07 aprile 2008

Dorando Petri: l’atleta famoso per non aver vinto


L’UNICEF viaggia da città a città per raccontare la sua storia

Voghera ― Venerdì 4 Aprile 2008 un Maratoneta di nome Roberto Giordano è venuto a nome dell’UNICEF, nella Scuola media Plana, a raccontare la storia di un grande Maratoneta italiano, Dorando Petri, il quale è conosciuto da tutti per la sua triste disavventura accaduta nel 1908 alle Olimpiadi di Londra. Durante la gara, dopo essere rimasto per molto tempo nettamente in vantaggio rispetto agli altri atleti, ad un tratto perde le forze e cade a terra stremato. Arriva subito in suo soccorso un vigile urbano che lo aiuta a rialzarsi e in questo modo riesce ad ottenere la vittoria.
Purtroppo, l’intervento dell’uomo determina la squalifica e la sua eliminazione dall’ordine di arrivo della maratona.
Petri è comunque apprezzato dalla Regina d’Inghilterra che, in suo onore, fa preparare una coppa.
Il Prof Zambianchi è intervenuto nel discorso di Giordano parlando ai suoi alunni dello sport e di come praticarlo in giusta maniera, servendosi dello spirito di sacrificio, della volontà, dell’impegno e del duro lavoro.
L’attività sportiva ha degli importanti valori: aiuta a conoscere noi stessi, ad imparare a rispettare le regole e ad accettare le sconfitte ma aiuta anche a stare insieme agli altri sostenendosi a vicenda.
Roberto Giordano pensa che Petri sia l’atleta adatto da prendere come esempio per tanti ragazzi e spera che con questa iniziativa si possa suscitare in loro il desiderio di praticare uno sport e di seguire i messaggi che vuole trasmettere così come lui fa ancora oggi.

Arianna Nuzzo classe 3^C

Etichette:


04 aprile 2008

I ragazzi incontrano la Resistenza.

Giovedi 3 aprile 2008, alcune classi della S.M.S.Plana hanno incontrato lo scrittore Claudio Balostro e la staffetta partigiana Luigina Albergati. Il Dirigente Scolastico ha introdotto i due relatori ricordando che attraverso la Resistenza ed il contributo dato da molti giovani oggi possiamo vivere nella libertà e nella democrazia ma soprattutto dobbiamo a loro la nostra Costituzione.
Claudio Balostro illustra il suo libro –Fracassa- in cui parla di questo partigiano che, ancora vivente gli ha raccontato la sua esperienza in Val Borbera, lo presenta come un piccolo partigiano, uno dei tanti di cui sappiamo poco o nulla ma che erano pronti a sacrificare la vita in nome di un grande ideale: la lotta contro la dittatura.
Il momento più significativo e coinvolgente è stato però quando ha iniziato a parlare la signora Albergati, una donna dall’ aria fragile, timida,ma appena ha preso la parola,si è alzata e con voce squillante, ha raccontato la Resistenza a cui ha partecipato essendo stata educata dal padre alla fede antifascista.Ha ricordato soprattutto alcune date: il 25 luglio del 1943 quando è caduto il fascismo, che ha per breve tempo dato l’impressione che la dittatura fosse finita, poi c’è stata la liberazione di Mussolini, l’armistizio dell’otto settembre, il momento di confusione e di sbandamento delle truppe italiane che ebbe due conseguenze:la Repubblica di Salò e l’ inizio della Resistenza. Ha sottolineato che giovani come lei, suoi compagni di scuola, amici , coetanei, si sono trovati su due fronti opposti, armati gli uni contro gli altri e, pur vivendo in un piccolo centro c’ era sempre la paura delle spie, delle rappresaglie. Altra data fondamentale, è quella del 24/ 25 novembre 1944, quando una lunga colonna di militari: mongoli, tedeschi, fascisti, si spostarono dalla Rocca D’Olgisio nel piacentino alla Val Borbera per eliminare i gruppi partigiani.Le forze in campo erano completamente diverse per numero di uomini ed armi, i resistenti si nascosero in buche scavate nel terreno, nascosti da fascine, aiutati e soccorsi dai contadini della zona che rischiavano,se, scoperti la fucilazione.Lei . staffetta partigiana si muoveva con circospezione , nonostante l’ inverno ed il freddo rendesse tutto più difficile.Furono momenti durissimi, di fame, miseria, morte, le rappresaglie sempre più frequenti,mettevano in ginocchio la popolazione ma non la voglia di combattere.Con grande emozione ricorda quando, entrata nel carcere di Piacenza per portare conforto a 29 prigionieri, incontra il fratello, che assieme agli altri verrà poi trasferito prima a Parma e poi Bolzano, per fortuna era il 25 marzo 1945, dopo un mese la lunga, disastrosa guerra era finita.
I ragazzi hanno seguito in religioso silenzio il suo racconto ed alla fine le hanno tributato un lunghissimo applauso.La signora commossa, ha ringraziato il Preside, i docenti ma soprattutto i ragazzi che saranno i protagonisti del domani, a cui ha raccomandato di studiare, di credere nei valori fondamentali della vita, il rispetto della dignità umana, della democrazia, della libertà ed ha sottolineato l’importanza della Costituzione nata dalla Resistenza. Lei, oramai avanti negli anni, è orgogliosa della sua vita e dell’esperienza di partigiana ma soprattutto di non aver mai tradito la fede antifascista del padre.

Etichette:


This page is powered by Blogger. Isn't yours?