11 marzo 2008

Incontro con la scrittrice Liliana Segre



10 MARZO 2008: presentazione del libro “Sopravvissuta ad Aushwitz” ma soprattutto incontro con una donna straordinaria: Liliana Segre. Gli alunni della S.M.S. Plana difficilmente dimenticheranno questa giornata. Il cinema Arlecchino che ospitava l’evento era pieno in ogni ordine di posti; adolescenti vivaci, curiosi, carichi di aspettative, aspettavano l’arrivo della signora Segre. Tutti si erano preparati con cura, erano state lette alcune pagine del suo libro o altre testimonianze della Shoah. Quando, scortata dal Preside, entra la signora, il brusio come per miracolo si placa e scoppia un fragoroso applauso di benvenuto. Tutti i visi sono rivolti verso il palco, non si era mai vista tanta attenzione. Sul palco, prendono posto, la nostra ospite, il Preside ed un alunno che rappresenta simbolicamente tutti i ragazzi della scuola. Liliana, permettiamoci di chiamarla affettuosamente così, inizia a raccontare la sua esperienza con parole semplici ma toccanti. La sua vita è un romanzo: giovanissima, a otto anni subisce le conseguenze delle leggi razziali italiane, poiché colpevole di essere ebrea, poi nel febbraio del 1944, c’è la deportazione nel campo di sterminio di Aushwitz- Birkenau, dove moriranno il padre ed i nonni paterni. Per alcuni lunghissimi, durissimi, interminabili mesi, lei è solo un “pezzo”, un numero; per tre volte supererà la selezione per la vita e la morte. Tante volte ha creduto di non farcela e spesso si è chiesta perché è sopravvissuta alla Shoah, perché è morta la compagna che le stava accanto e non lei, come mai Dio le ha tenuto una mano protettrice sulla testa ed ha scelto proprio lei fra tutti. Liberata nel gennaio del 1945, l’aspettano altri mesi di sofferenza con la lunga marcia della morte, i nazisti portano i sopravvissuti di lager in lager, per nascondere agli occhi del mondo le loro nefandezze, poi, finalmente nel maggio dello stesso anno, il ritorno a Milano. La ripresa di una vita normale sarà lunga e difficile.Per una ora e mezza, le sue parole entrano nella mente e nel cuore di tutti; la sua testimonianza è la voce di tanti che non sono più tornati, dal 1990, il silenzio che si era imposta si è sciolto e da allora parla ai giovani, va nelle scuole, perché non si dimentichi. L’ultima parte del suo intervento è dedicata ai ragazzi che le formulano domande sulla sua esperienza, alcune sono toccanti, anche se sono spensierati adolescenti, hanno capito la tragicità della sua esperienza, lei, con molta calma ma anche con grande sofferenza non si sottrae alle loro richieste. Quando se ne è andata, ciascuno di noi ha pensato ad una frase contenuta nel suo libro :”Nelle notti terse scelsi una piccola stella, e pensavo… io sono quella stellina…” per noi Lei sarà una stellina che continuerà a brillare nei nostri cuori!

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